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Ecodesign e vetro sostenibile: what’s up?

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  • L’ecodesign è un approccio alla progettazione di prodotto che mira a ridurre l’impatto ambientale nell’intero ciclo di vita di un bene, dall’estrazione delle materie prime al riciclo.
  • Il vetro è sostenibile di natura, perché è riciclabile al 100% all’infinito. Tuttavia, un’attenta eco progettazione lo può rendere un imballaggio ancora meno impattante. 
  • Per ridurre l’impatto ambientale, si stanno sviluppando bottiglie più leggere, forni a basse emissioni e soluzioni logistiche più efficienti per diminuire consumi e inquinamento. Inoltre si stanno utilizzando percentuali sempre maggiori di vetro riciclato per produrre nuovo vetro in vetreria.
  • L’Unione europea ha introdotto il Regolamento (UE) 2024/17811, che stabilisce i criteri che devono guidare l’ecodesign: durabilità, riparabilità, riciclabilità, efficienza energetica e utilizzo di materiali riciclati.

Plasmare il futuro, oggi

Ecodesign: eco del futuro (presente). L’eco progettazione sta ridefinendo il modo in cui anche il vetro viene progettato e utilizzato per gli imballaggi, rendendoli ancora più sostenibili, in linea con i principi del Green Deal europeo. Grazie a innovazioni tecnologiche, nuove strategie di progettazione e una crescente attenzione delle aziende, il vetro è uno dei protagonisti della transizione ecologica che ci sta conducendo verso un’economia sempre più circolare. Scopriamo cos’è l’ecodesign e quali sono le sue applicazioni concrete.

Cosa s’intende per ecodesign

L’ecodesign, definito anche eco progettazione, consiste nell’ideazione di oggetti d’uso comune che nascono con lo scopo di ridurre al minimo l’impatto ambientale nel loro intero ciclo di vita. I designer sono, quindi, chiamati a inventare prodotti e imballaggi ecosostenibili e facilmente riciclabili.

Questo tipo di progettazione non si limita all’uso di materiali sostenibili, come ad esempio il vetro che è riciclabile al 100% all’infinito. Considera, più ampiamente, le fasi del LCA (Life Cycle Assessment) ovvero l’analisi del ciclo di vita:

  • estrazione delle materie prime o realizzazione delle MPS;
  • ciclo produttivo;
  • distribuzione;
  • utilizzo del bene o servizio;
  • fine vita (smaltimento o riciclo).

L’insieme combinato di tutti questi fattori fornisce un’indicazione più precisa sull’esatta impronta ecologica di un prodotto. Analizzare solo uno di questi fattori potrebbe, infatti, dare un’impressione fuorviante sulla sua sostenibilità.

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Prevenire è meglio che curare

Per ridurre l’impatto complessivo su ambiente, economia e società, l’Unione europea ha emanato il Regolamento (UE) 2024/17811. Seguendo lo spirito ambientalista del Green Deal, l’atto normativo definisce i requisiti che devono avere i beni e servizi:

  • durabilità, riparabilità e riciclabilità per ridurre lo spreco di risorse;
  • efficienza energetica per minimizzare l’impatto ambientale;
  • utilizzo di materiali riciclati per promuovere l’economia circolare;
  • introduzione di un passaporto digitale del prodotto per garantire maggiore trasparenza e informazione.

Ma come si traduce in pratica tutto ciò? Esistono delle soluzioni quotidiane che aiutano ad abbattere l’impatto complessivo, favorendo il riciclo dei materiali. Per quanto riguarda gli imballaggi in vetro, ci si indirizza sulla realizzazione di bottiglie di vetro sempre più leggere, ma altrettanto resistenti. Questo è un grande passo in avanti che si traduce in un minor fabbisogno di materia prima e di energia. Inoltre pesando meno, il loro trasporto inquina meno. Per rendere il tutto ancora più sostenibile, si sta cercando di sviluppare forni a basse emissioni di CO2, alimentati, quando possibile, da fonti rinnovabili.

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Un vetro sempre più green

Un’altra leva usata nella progettazione ecosostenibile degli imballaggi in vetro è quella di incrementare l’uso di bottiglie 100% riciclate.
Se non è possibile raggiungere questo obiettivo, esistono soluzioni intermedie. Un esempio è fornito da alcuni produttori di passata di pomodoro, che hanno abbandonato le bottiglie in vetro bianco per quelle ambrate. Queste contengono una percentuale maggiore di materia prima seconda a parità di peso della bottiglia e di prodotto contenuto.
In altri casi si è provveduto a ottimizzare la logistica, progettando imballaggi che permettessero di aumentare la quantità di bottiglie o vasetti caricabili su un pallet. In questo modo, si rendono più sostenibili le spedizioni.

Cosmesi e progettazione ecosostenibile: profumo di cambiamento

La progettazione ecosostenibile è un argomento di grande attualità e abbraccia molteplici settori. Per esempio, la cosmesi, dove il packaging svolge, da sempre, un ruolo cruciale.
Negli ultimi anni, la crescente consapevolezza ambientale ha spinto i grandi player del settore a virare verso l’ecodesign e un packaging più sostenibile. Si tratta di uno sguardo ad ampio raggio, che comprende:

  • studio di materiali riciclabili innovativi;
  • ricorso a soluzioni refill;
  • adozione di packaging monomateriale;
  • riduzione dell’over packaging, ovvero dell’eccesso di imballaggio.

Parola d’ordine: less is more. A proposito di materiali, anche nella cosmesi il vetro si ritaglia (anzi, conferma) un ruolo da protagonista. Grazie alle sue peculiarità, il vetro è da sempre uno dei materiali preferiti per confezionare cosmetici di alta qualità. Protegge, infatti, i prodotti dagli agenti esterni e conferisce al packaging un aspetto elegante, coniugando efficacia ed estetica. Basti pensare al contributo del vetro scuro, ideale per contenere cosmetici sensibili alla luce e che necessitano di una protezione aggiuntiva.
Il vetro resta uno dei materiali più utilizzati anche per i profumi. La sfida, già in atto, consiste nel ridurre la presenza di componenti non riciclabili, come tappi metallici e pompe, o nel renderle comunque facilmente separabili. Questo per facilitare il riciclo completo del flacone.

 

NOTE

1 Per i più curiosi, qui si può leggere il testo integrale delle Direttiva Ecodesign Regolamento (UE) 2024/1781

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